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L'Unesco celebra Mendel, Teresa di Lisieux e Copernico

19 aprile 2021

Ci sono anche una suora definita "scienziata dell'amore", un teologo divenuto santo, un astronomo e un biologo "padre della genetica" tra le 60 personalità che l'Unesco ha scelto di ricordare e celebrare nel bienno 2022-2023. Tra pochi mesi, dunque, Gregor Mendel, Teresa di Lisieux, Niccolò Copernico e Nerses il "Grazioso" saranno onorati per aver rappresentato un'eccellenza nell'ambito della scienza, della pace e della comunicazione. 
       
Quattro personaggi del mondo cristiano (un sacerdote, un vescovo, un monaco agostiniano e una suora carmelitana) che con il loro lavoro e la loro vocazione hanno contribuito al progresso e al bene comune di tutto il pianeta. La decisione è oramai pubblica, anche se non ancora validata formalmente (cosa che accadrà a novembre con la conferenza generale dell'Unesco).
          
A scegliere e proporre i loro nomi all'organismo delle Nazioni Uniti, come quelli delle altre personalità, sono state le nazioni di nascita dei singoli personaggi (Polonia, Repubblica Ceca, Armenia e Francia) di cui nel bienno ricorderemo: Mendel, 200 anni dalla nascita (2022); Copernico, 550 anni dalla nascita (2023), Santa Teresa di Lisieux, 150 anni dalla nascita (2023); Nerses il grande, 850 anni dalla morte (2023).
        
“Il genio del cristianesimo è quello di far nascere personalità capaci di lavorare in ogni tipo di campo”, il commento di mons. Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede all’Unesco, interpellato dai media vaticani, aggiungendo: "Una cosa interessante nel dibattito che è seguito alla definizione di questi anniversari – dibattito incentrato sul tema dell'educazione alla tolleranza – è che alcuni Paesi hanno cominciato a dire: ma perché parliamo solo della cultura e dell'educazione senza mai parlare di una educazione spirituale e religiosa?”. Il cristianesimo, ribadisce il presule, “ha dato una forma all'Europa” e del resto “San Giovanni Paolo II diceva che una fede che non diventa cultura non è una fede matura”.