INDICE:
Prefazione
1. STORIE DELL’INASPETTATO
2. L’IMPATTO DELL’EVOLUZIONE – Camera con vista: questioni di prospettiva – Ciò che confonde la mente: distorsioni del pensiero e dello spazio – Gli eredi: adattamento ed evoluzione – Dopo babele: una digressione linguistica – Un senso della realtà: l’evoluzione delle rappresentazioni mentali – Cura e manutenzione di un piccolo pianeta: ambientalismo cosmico – L’arcobaleno della gravità: l’intelaiatura del mondo – Cronaca di una morte annunciata: sulla morte e sull’immortalità – Il fattore umano: luce nell’oscurità
3. DIMENSIONI, VITA E PAESAGGIO – Una bilancia delicata: equilibri nell’Universo – Uomini e topi: vita sulla Terra – Il bordo frastagliato: frattali viventi – Guerra e pace: taglia e cultura – Via dalla pazza folla: le dimensioni delle popolazioni – Les liaisons dangereuses: complessità, mobilità ed evoluzione culturale – I rivali: l’evoluzione della cooperazione – Il giardino segreto: l’arte del paesaggio – Figure nel paesaggio: il dilemma della computer art – I figli della mezzanotte: un primo sguardo alle stelle
4. I CIELI E LA TERRA – Ciò che resta del giorno: i ritmi della vita – L’impero del Sole: i perché delle stagioni – Una manciata di polvere: la Terra sotto di noi – Un sasso nel cielo: la Luna sopra la testa – Il buio a mezzogiorno: le eclissi – Il mulino di Amleto: i vagabondaggi della Stella Polare – Paper Moon: il controllo dei pianeti caotici – L’uomo che fu Giovedì: le origini della settimana – Il viaggio del giorno nella notte: le origini delle costellazioni – Uno studio in rosso: le origini della visione cromatica
5. STORIA NATURALE DEL RUMORE – Interazioni ambigue: paesaggi sonori – Senno e sensibilità: questione di tempo – Musica incidentale: un innocuo sottoprodotto? – Il Giuoco delle Perle di Vetro: la musica delle sfere celesti – Come una pianola: musica e numeri – Il suono del silenzio: scomporre la musica – Il gioco dell’imitazione: l’indifferenza – Il suono della musica: udire e ascoltare – Le avventure di Roderick Random: rumore bianco, rumore rosa e rumore nero
6. TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE
Che la bellezza e il senso di meraviglia siano elementi essenziali nella scienza non è forse un’opinione diffusa, ma era certamente la convinzione profonda che ha mosso il lavoro del matematico e cosmologo inglese John Barrow. Questo testo parte dal presupposto che questi due aspetti fondamentali del vissuto umano siano intimamente legati, spesso molto più di quanto ci aspetteremmo. Sia la scienza che l’arte, infatti, «testimoniano un desiderio di vedere oltre il visibile» (p. 9).
In quest’opera Barrow, grazie alla sua innata capacità di comunicare con semplicità temi complessi, affronta una riflessione sul legame fra arte e riflessione scientifica, partendo dal punto di vista peculiarmente umano, ovvero analizzando il modo in cui queste due grandi categorie hanno influenzato la vita e il pensiero degli uomini.
In particolare lo scopo del testo è di mostrare come l’arte e la scienza non siano due visioni alternative del mondo, una soggettiva e l’altra oggettiva, ma come invece esse forniscano all’uomo delle risposte che sono più strettamente legate tra loro di quanto viene comunemente percepito.
Infatti, sostiene Barrow, il fatto che ci siamo evoluti in certo tipo di Universo ha posto dei limiti al modo in cui pensiamo, sotto molti punti di vista. L’Universo ha dunque influenzato il nostro modo di vivere l’arte, la scienza, ma anche la religione o la filosofia, per cui il suo studio può aiutarci anche a comprendere meglio noi stessi, e viceversa, analizzare le peculiarità del pensiero umano ci aiuta a far luce sulla nostra capacità di pensare e comprender il cosmo.
Lo studioso analizza queste questioni da vari punti di vista, che corrispondono ai capitoli in cui è suddiviso il testo: nel primo capitolo prende spunto dal concetto pittorico di prospettiva per analizzare il modo in cui l’uomo percepisce la realtà in senso filosofico. Infatti l’immaginazione è un elemento cruciale affinché l’uomo possa crearsi un’immagine del mondo, e i filosofi per secoli si sono arrovellati sulla questione dell’attendibilità di tale immaginario e della nostra percezione della realtà. Ma altrettanto importante è cercare di comprendere le ragioni che ci hanno portato a crearci uno specifico modello di realtà, e in questo processo la storia dell’arte ha avuto un ruolo fondamentale. Infatti le modalità della rappresentazione artistica del reale sono influenzate dalla cultura che le produce e allo stesso modo la modellano. In questo capitolo Barrow analizza alcuni momenti fondamentali della storia dell’arte che mostrano le differenze nella rappresentazione della realtà fra culture ed epoche storiche diverse, e ne studia il collegamento con la storia del pensiero filosofico e scientifico. In particolare analizza sotto questa luce alcuni elementi della teoria dell’evoluzione e dello studio del linguaggio.
Nel capitolo successivo tratta del tema delle dimensioni, soffermandosi in particolare sull’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Ma anche in questo capitolo lo spunto iniziale porta l’autore a riflessioni che esulano e approfondiscono tale spunto. Tratta infatti anche del concetto dei frattali, che hanno conosciuto un grande sviluppo grazie alla computer art, pur essendo una caratteristica di molteplici elementi naturali. Spostandosi in seguito sulla storia della letteratura approfondisce il tema della presenza di nani e giganti in molte fiabe e storie popolari, per finire poi a trattare delle dimensioni degli esseri viventi e del loro ruolo nel processo evolutivo.
Nel terzo capitolo l’attenzione dell’autore è rivolta a come i corpi celesti abbiano influenzato la vita sulla terra. In particolare mostra come basterebbero pochissime divergenze dalla situazione attuale nella struttura e nella relazione tra corpi celesti, sia i più vicini che i più lontani da noi, per rendere impossibile la vita così come la conosciamo. Ciò dà l’impressione di vivere in un delicatissimo equilibrio, e ci fa meravigliare di come tutto sembra essersi allineato in modo da avere un Universo perfettamente coerente con le nostre esigenze. Barrow ci ricorda invece come la relazione debba essere vista nella direzione opposta: è stata proprio la struttura e la disposizione dell’Universo, nonché il modo in cui si è modificato nel corso dei secoli, ad aver influenzato le forme di vita che si sono formate sul nostro pianeta. A partire da questa riflessione lo studioso analizza poi il modo in cui i corpi celesti hanno influenzato anche altri aspetti più concreti della vita dell’uomo, ad esempio l’attività umana del computo è probabilmente nata dall’esigenza di registrare i cicli lunari, le eclissi hanno generato nell’uomo stupore e timore, portando alla nascita di teorie e racconti. Il nostro calcolo del tempo è legato principalmente agli eventi astronomici, così come i calendari che regolano la nostra vita civile e soprattutto religiosa.
Infine, l’ultimo capitolo è dedicato alla musica, caratteristica talmente peculiare dell’essere umano da essere presente in ogni cultura conosciuta. La sua onnipresenza è più ampia della diffusione di altre forme culturali come l’aritmetica, la scrittura, la ruota, e persino l’arte pittorica. Dopo un ampio escursus comparativo con altre forse di espressività artistica dell’uomo, Barrow espone alcune teorie evolutive sulla nascita della musica e sul vantaggio evolutivo che avrebbe conferito agli uomini antichi e moderni. Ma la musica non è solo espressione artistica fine a sé stessa, ma ha dei legami forti anche con la matematica, la religione, il cosmo stesso, aspetti che l’autore esplora mostrando connessioni inaspettate.
Ciò che colpisce maggiormente di Barrow è la sua capacità di spaziare tra temi molto distanti tra loro sempre con grande competenza, e la comprensione profonda di concetti sia scientifici che filosofici non di immediato accesso. Questo rende lo studioso in grado di effettuare collegamenti tra argomenti lontani con grande disinvoltura, ma senza risultare forzati né eccessivamente didascalici. Inoltre permette al lettore di immergersi facilmente nella lettura, che invece di risultare ostica per la grande varietà di argomenti trattati, diviene invece affascinante e stimolante. Ovviamente il testo non è né un trattato scientifico né filosofico, ma provoca la riflessione e il ragionamento in lettori di ogni estrazione culturale.