Cosmologo e astrofisico belga. Laureatosi nel 1920 in Matematica e Fisica all'Università Cattolica di Lovanio, con una tesi sull'approssimazione delle funzioni di più variabili reali, sotto la direzione del celebre matematico Charles de la Vallée Poussin, ottenne anche il baccalaureato in filosofia tomista all'Istituto Superiore di Filosofia, fondato a Lovanio dal cardinale Mercier. Ordinato sacerdote nel 1923, Lemaître frequentò in Inghilterra i corsi di Sir Arthur Stanley Eddington (1882-1944) e quelli di Ernest Rutherford (1871-1937). Recatosi successivamente negli Stati Uniti, all' Harvard College Observatory diretto da Harlow Shapley (1885-1972), perfezionò i suoi studi di astronomia, iscrivendosi anche al Massachussets Institute of Technology per conseguire un PhD in fisica. Dal 1926 al 1964 insegnerà all'Università Cattolica di Lovanio, astronomia, meccanica quantistica, calcolo delle probabilità, storia e metodologia della matematica e teoria della relatività. Membro della Pontificia Accademia delle Scienze dal 1936, ne ricoprì l'incarico di Presidente dal 1960 al 1966.
Nei suoi studi di relatività generale, Lemaître ricavò nel 1927 una soluzione alle equazioni di campo gravitazionale di Einstein che prevedeva un universo in espansione, in funzione del tempo, analogamente a quanto trovato in modo indipendente alcuni anni prima dal russo Aleksandr Friedmann (1888-1925). Egli lavorò attorno ad un'ipotesi di “atomo primitivo” e mise successivamente a punto un modello di universo che, iniziando con una singolarità gravitazionale, evolveva secondo tre diverse fasi dinamiche, generando opportuni vincoli sulla formazione delle strutture cosmiche (galassie).
Contrariamente a quanto sostenuto da varie fonti e con frequenza ritenuto, Lemaître non volle mai impiegare il suo modello di universo in espansione come una controparte scientifica di una “origine dell'universo”, né come sostegno ad un concetto teologico di creazione. Chiamato a spiegarne in pubblico i rapporti, egli seppe chiarire gli aspetti epistemologici, scientifici e teologici, che rendevano priva di senso tale associazione. Di fatto Lemaître non adoperò mai il termine Big Bang, che venne successivamente introdotto da Fred Hoyle. Dopo un discorso tenuto da Pio XII nel novembre del 1951 alla Pontificia Accademia delle Scienze, dal quale potevano essere dedotte alcune tesi concordiste fra creazione e Big Bang, Lemaître si adoperò affinché in un successivo intervento, che avvenne nel settembre del 1952, il Pontefice potesse, con nuove e più pertinenti considerazioni, non più favorire una tale interpretazione.
Nell'ambiente universitario e della ricerca scientifica, Lemaître mantenne una grande discrezione riguardo la sua vita sacerdotale e spirituale. Preferì separare nel suo lavoro gli aspetti scientifici da quelli strettamente religiosi, insistendo fortemente sul rispetto reciproco fra l'approccio scientifico e quello teologico; sfortunatamente egli non ci presenta un pensiero esplicito o sistematico circa la possibile articolazione tra questi due livelli di conoscenza. In realtà ciò deriva dal fatto che, secondo Lemaître, la mediazione tra la scienza e la fede non deve porsi al livello dei concetti, di “discussioni”, ma piuttosto sul piano della “azione” e del lavoro umani. Il contenuto di un teorema o di una fotografia di una galassia non hanno rapporti diretti con la teologia, ma la fede conferisce un peso autenticamente teologico all'attività di uno scienziato che dimostra un teorema o sviluppa una lastra fotografica, così come lo conferisce ad ogni lavoro umano. La fede dello scienziato, affermava in una sua conferenza, «rende soprannaturali tanto le attività più umili quanto quelle più elevate! Egli continua ad essere figlio di Dio quando pone l'occhio al suo microscopio, e quando pone tutta la sua attività, nella preghiera del mattino, sotto la protezione del Padre celeste. Quando pensa alle verità della fede, egli sa che le sue conoscenze sui microbi, sugli atomi o le stelle non gli saranno né di aiuto né di ostacolo per aderire alla luce inaccessibile e, come ogni uomo, cercherà di rendere il suo cuore simile a quello di un bambino per poter entrare nel Regno di Dio. Così, fede e ragione, senza mescolarsi in una miscela imbarazzante e sconveniente, né generare conflitti immaginari, si uniscono nell'unità dell'attività umana» (La culture catholique et les sciences positives, 1936). Lemaître fu membro della confraternita sacerdotale Amis de Jésus , fondata dal cardinale Mercier per il clero secolare. Il suo profondo coinvolgimento spirituale fu affiancato anche da un corrispondente apostolato, ugualmente discreto quanto intenso.
Bibliografia:
O. GODART, M. HELLER, Cosmology of Lemaitre , Pachart, Tucson 1985
D. LAMBERT, Un atome d'univers. La vie et l'oeuvre de Georges Lemaître , Editions Racine - Editions Lessius, Bruxelles 2000