In piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e per tutta l’umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio, prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza. È la Statio Orbis. A partire da quel giorno sono nate – per iniziativa del Dicastero per la Comunicazione, guidato dal Prefetto Paolo Ruffini e dal Segretario mons. Lucio Adrian Ruiz – diverse iniziative affinché questo evento non venisse dimenticato. Nel 2021 la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, ha racchiuso le parole e le immagini più importanti di quell’evento, significando la tenerezza e la benedizione che il Santo Padre aveva voluto far arrivare a tutta l’umanità in un momento di difficoltà esistenziale.
Poi – nel 2022 – il libro, in una edizione “mini” (10 x 8 cm) è stato depositato allo Svalbard Seed Volt nell’isola norvegese di Spitsbergen, inscritto come “seme di speranza”. E questo evento ha, a sua volta, segnato l’inizio di un progetto più grande, portato avanti con l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, che ha come obiettivo istituire il 27 di marzo come Giornata Mondiale della Speranza.
Nel terzo anniversario della Statio Orbis e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione, ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme. E’ nato così un progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz, che ha coinvolto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino: la missione spaziale “Spei Satelles”.
Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all’attività dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione.
Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia. I giovani dell’Ateneo torinese, guidati dalla prof. sa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat 3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook.
L’Agenzia Spaziale Italiana guidata dall’ing. Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo sviluppo, il lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di circa 525 Km. Il lancio è previso per il 10 di giugno del 2023 dalla base di Vandenberg (VSFB) in California, USA. Il CubeSat viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di SpaceX. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.
La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così può diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.
Il logo della missione spaziale richiama tutti questi aspetti. È stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia IUSVE guidatida Marco Sanavio. Il logo richiama innanzitutto le iniziali di Spei Satelles, il Custode della Speranza in lingua latina. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare, indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta. Un’altra traccia orbitale più esterna, tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre forme, a rappresentare le tre grandi realtà presenti in Piazza S. Pietro la sera del 27 marzo 2020:
• la croce (nel logo con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore, che richiama sia la Croce di San Marcello che l’Ostensorio contente l’Eucarestia con la quale Papa Francesco ha benedetto l’umanità nella piazza vuota;
• la stella a 12 punte, a rappresentare la presenza della Vergine Maria, invocata come Salus Populi Romani;
• il triangolo più piccolo richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini del sagrato della Piazza.
I tre puntini che compaiono a scavalco della traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità, come pure il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità.
Elementi tecnici e di senso, tecnologia e narrazione sono stati tra loro coordinati e tenuti insieme grazie al lavoro dell’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino guidato da don Luca Peyron. Gli attori di questa impresa spaziale, che inizia oggi, hanno così commentato: Il Presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia sottolinea che: “La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e di uomini sul nostro pianeta affannato. Per chi, come noi, è abituato a vedere nello spazio il luogo privilegiato dal quale osservare il mondo e comunicare con esso senza confini, è stato semplice immaginare una soluzione rapida, umile ed efficace per offrire ali al messaggio del Santo Padre. È nato così Spei Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al mondo il 27 marzo del 2020. Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la speranza in un futuro migliore”.
Il Magnifico Rettore prof. Guido Saracco del Politecnico di Torino, istituzione che parimenti si è spesa molto per Spei Satelles, così si esprime: “Il programma Spei Satelles, con la progettazione e costruzione del satellite e con il controllo missione successivo, rappresenta un’occasione straordinaria per il nostro ateneo, soprattutto per i nostri studenti e ricercatori guidati dalla prof.sa Sabrina Corpino. I nostri giovani hanno potuto misurarsi con una sfida tecnica e scientifica non facile in un quadro valoriale che rappresenta una sfida umana e culturale decisiva. Il messaggio che il Politecnico accoglie e rilancia con questo progetto è che scienza e tecnica possono e debbono essere uniti in alleanza come portatori di un messaggio di speranza e di pace per il mondo intero. Tutti abbiamo in mente il 27 di marzo del 2020 e cosa stavamo vivendo. I nostri giovani hanno costruito un artefatto tecnologico che, a partire da quel momento iconico, parlerà al mondo e permetterà ad ogni persona di essere protagonista di speranza e fratellanza universali insieme a Papa Francesco”.
L’Arcivescovo metropolita di Torino, mons. Roberto Repole, sottolinea che: “Abbiamo tutti bisogno di speranza, in modo particolare i giovani. Custodire la speranza è la missione di questo satellite progettato e costruito da giovani, raccontato nel logo missione da giovani, abitato, speriamo, da molti giovani che vorranno salire a bordo con il Papa attraverso il sito impegnandosi così a seminare speranza e fraternità là dove abitano. Siamo lieti di aver contribuito con la pastorale universitaria e l’apostolato digitale della nostra Diocesi a far sì che una intuizione di Papa Francesco
si potesse concretizzare a testimonianza tanto della comunione ecclesiale quanto del desiderio dei credenti di entrare sempre più in dialogo con il mondo soprattutto nell’ambito della scienza e della tecnica”.
La Presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ha dichiarato: “Oggi la scienza dell’infinitamente piccolo ci mette davanti a un progresso enorme: la capacità di miniaturizzare il nostro sapere facendolo viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. La ricerca scientifica accompagna il cammino dell’uomo individuando soluzioni per migliorare la qualità della vita, il benessere delle società, la salute del pianeta. Ma è anche uno strumento di dialogo grazie al quale abbattere barriere e costruire speranza: un aspetto, questo, particolarmente importante nel momento di conflitto che stiamo attraversando”.
Il Direttore dello IUSVE, don Nicola Giacopini ha affermato: “Siamo grati e quasi increduli di essere stati coinvolti così da vicino in questa esperienza che unisce la terra al cielo. I nostri giovani studenti e laureati in Comunicazione hanno potuto cimentarsi nell’elaborazione del logo e nella narrazione della missione Spei Satelles. Nella nostra didattica operiamo tutti i giorni mediante la comunicazione simbolica, propria anche del linguaggio religioso, per rendere i messaggi che desideriamo trasmettere accessibili e il più universali possibili”.
Tre astronomi della Specola Vaticana e un Papa legato alla Specola hanno ora degli asteroidi che portano il loro nome. Il 7 febbraio 2023 il gruppo di scienziati preposto a dare i nomi a piccoli corpi celesti dell’Unione Astronomica Internazionale ha pubblicato l’ultima serie di asteroidi con un nome (Bollettino WGSBN 3, #2), che comprende:
• 562971 Johannhagen — in onore di P. Johann Hagen (1847-1930) della Compagnia di Gesù (S.J.) e direttore della
Specola Vaticana dal 1906 al 1930.
• 551878 Stoeger — in onore di P. Bill Stoeger, S.J. (1943-2014), cosmologo e teologo della Specola Vaticana.
• 565184 Janusz — in onore di P. Robert Janusz, S.J. (nato nel1964), attualmente dello staff della Specola.
• 560974 Ugoboncompagni — in onore di Ugo Boncompagni (1502-1585), Papa Gregorio XIII, che diresse la riforma del calendario e diede inizio alla tradizione degli astronomi e degli osservatori papali. Egli incaricò l’astronomo P. Christopher Clavius, S.J. (che ha anche un asteroide che porta il suo nome – 20237 Clavius) di lavorare al progetto del calendario. Egli poi scrisse il libro in cui spiegava quello che oggi è chiamato il calendario “gregoriano”, usato, oggi, in tutto il mondo.
I quattro asteroidi, o “pianetini”, hanno tutti legami con la Compagnia di Gesù – i “Gesuiti”. Oltre trenta asteroidi portano oggi il nome di gesuiti. Alcuni sono Gesuiti di secoli fa, come Clavius, o p. Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), che sviluppò il sistema di nomenclatura lunare usato ancora oggi. (Ad esempio, quando la missione Apollo 11 atterrò nel “Mare della Tranquillità” lunare, il nome “Tranquillità” derivava da Riccioli).
Alcuni, come Janusz, sono gesuiti che lavorano ancora oggi. Poiché per secoli i gesuiti hanno viaggiato molto, questi oltre trenta asteroidi rappresentano diverse parti del mondo, come le Filippine (4866 Badillo), il Paraguay (6438 Suarez), la Cina (31124 Slavicek), la Repubblica Democratica del Congo (23443 Kikwaya) e l’Argentina (2490 Bussolini).
Secondo l’IAU, l’assegnazione di un nome particolare a un determinato asteroide (pianeta minore) avviene attraverso un processo che, in alcuni casi, può durare decenni. Quando viene scoperto un nuovo pianeta minore, gli viene assegnata una denominazione provvisoria, basata sulla data di scoperta, come “2002 LM60”. Quando l’orbita dell’oggetto è determinata in modo tale che la sua posizione possa essere prevista in modo affidabile in un lontano futuro (in genere dopo che è stato osservato quattro o più volte quando si avvicina alla Terra), gli è assegnato un numero definitivo, emesso in successione dal Centro dei Pianeti Minori della IAU, come “4179”.
A questo punto il suo scopritore è invitato a suggerirgli un nome. Non sono ammessi nomi di animali domestici o nomi di natura commerciale. I nomi di individui o eventi noti principalmente per ragioni politiche o militari non possono essere utilizzati fino a 100 anni dopo la morte dell’individuo o della data dell’evento.
I diritti di denominazione non possono essere acquistati. I nomi proposti vengono giudicati dal WGSBN, composto da quindici astronomi professionisti di tutto il mondo con interessi di ricerca legati ai pianeti minori e alle comete.
Le ricerche robotizzate hanno scoperto migliaia di nuovi asteroidi, per cui il WGSBN deve limitare il numero di quelli che ricevono un nome formale. Pertanto, la maggior parte degli asteroidi riceve solo una designazione numerica. Gli asteroidi Johannhagen, Stoeger e Janusz si aggiungono a molti altri già nominati da astronomi della Specola Vaticana, tra cui 302849 Richardboyle, 119248 Corbally, 14429 Coyne, 4597 Consolmagno, 23443 Kikwaya e 11266 Macke. (Fonte: Comunicato Stampa del Vatican Observatory)
Il Centro di Ricerca DISF curerà un numero monografico della Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio (RIFL), in uscita a giugno 2023, dal titolo The interdisciplinary language of science, philosophy and religious studies, che intende riflettere sulle condizioni e le proprietà che rendono un linguaggio adeguato a ospitare temi interdisciplinari che coinvolgono scienza, filosofia e studi religiosi.
In tale occasione invita a presentare articoli scientifici sui seguenti temi:
- Dimensioni filosofiche ed estetiche del linguaggio scientifico
- Il ruolo dell'analogia nella scoperta e nella formulazioni scientifiche
- L'autoconsistenza del linguaggio scientifico e la sua apertura semantica
- L'uso di metafore e immagini nella scienza e la forza del linguaggio narrativo nella scienza, nella filosofia e nella religione
- Polisemia e indeterminatezza nel dialogo interdisciplinare tra religione e scienza
- La ricerca di un linguaggio efficace nella divulgazione scientifica
- Mythos e Logos nel discorso su Dio
- Il linguaggio apofatico nella scienza, nella filosofia e nella teologia
- Parole chiave del dialogo interdisciplinare (es. natura, infinito, bellezza, spazio-tempo, ordine, ecc.): loro portata e implicazioni
La deadline per la presentazione del proprio contributo è il 15 febbraio 2023. Si accettano articoli in italiano, inglese e francese, di massimo 40.000 caratteri, compresi bibliografia e note a piè di pagina. Tutti i manoscritti devono essere accompagnati da un abstract (max 250 parole), un titolo e 5 parole chiave in inglese.
Per ulteriori informazioni visitare la pagina ufficiale della rivista o contattare l'indirizzo mail: segreteria.rifl@gmail.com.
Il Centro Universitario Cattolico pubblica sul proprio sito bandi, premi e borse di studio. Al seguente link l'elenco aggiornato con tutte le posizioni aperte clicca qui
L' Università degli studi di Firenze pubblica sul proprio sito bandi, premi e borse di studio. Al seguente link l'elenco aggiornato con tutte le posizioni aperte clicca qui
Festival dello spazio 2023 "Abitare lo spazio. Dalla terra alla luna e oltre"
Data del termine ultimo per la partecipazione al Concorso Festival dello Spazio 2023
In occasione della settima edizione del Festival dello Spazio di Busalla si indice un concorso a premi per un elaborato con la finalità di coinvolgere giovani impegnati negli studi universitari e nella ricerca che desiderano contestualizzare i loro studi o in un ampio quadro interdisciplinare, attento ai fondamenti umanistici, economici e sociali delle scienze spaziali.
Il progetto del concorso è stato messo a punto dall’Associazione Festival dello Spazio in collaborazione con la SISRI (Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca interdisciplinare). È patrocinato da Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova e Comune di Busalla.
Gli elaborati vincitori saranno presentati dai loro autori al Festival dello Spazio 2023, in programma dal 29 giugno al 3 luglio, e sarà pubblicato nella documentazione elettronica e cartacea del Festival.
Il tema del concorso di quest'anno è “Abitare lo Spazio. Dalla Terra alla luna e oltre”. Il concorso è aperto a giovani di nazionalità Europea (stati membri UE ed ESA), di età non superiore ai 35 anni alla data del presente bando, in possesso di un diploma di livello universitario (almeno laurea triennale). L'elaborato dovrà essere inviato entro e non oltre il 7 maggio 2023 alla casella mail concorso@festivaldellospazio.com specificando nell’oggetto della email “Concorso Festival dello Spazio 2023"- Nome Cognome.
Il Premio per il vincitore consiste in un assegno di 1000,00 euro. Per gli altri due finalisti il premio consiste in un assegno di 250 euro per ciascuno. La proclamazione del vincitore/vincitrice avverrà in occasione del Festival 2023. A tutti e tre sarà data tempestiva comunicazione dell’esito affinché partecipino al Festival dello Spazio 2023 e presentino in pubblico il loro elaborato. Le spese di viaggio dei tre finalisti e la loro accoglienza a Busalla saranno a carico dell’Associazione Festival dello Spazio, ente organizzatore del Festival.
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Con il riconoscimento delle virtù eroiche diventa venerabile padre Matteo Ricci, gesuita, apostolo nella Cina a cavallo tra il 1500 e il 1600, riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Chiesa e tuttora venerato in Asia. La sua fama si è oggi diffusa spontaneamente ed appare unita ad una certa fama di segni. Più che con la parola, Ricci diffuse la fede con la santità della vita, con la carità verso tutti. Papa Francesco più volte ha ricordato la figura di padre Ricci che – ha detto - “è stato grande non solo per le cose che ha fatto che ha scritto, ma è grande perché è stato un uomo di incontri, un uomo della cultura dell’incontro, un uomo che è andato oltre all’essere straniero; è diventato cittadino del mondo”. Padre Matteo Ricci – ha affermato - è stato “tra i primi a stabilire un ponte di amicizia tra la Cina e l’Occidente, attuando un modello tuttora valido di inculturazione del messaggio cristiano nel mondo cinese”.
Fonte: Vatican News
Consulta il nostro Speciale dedicato a Matteo Ricci, che approfondisce il suo contributo allo sviluppo del dialogo fra scienza e fede in Cina
L'Accademia Nazionale dei Lincei pubblica sul proprio sito bandi, premi e borse di studio. Al seguente link l'elenco aggiornato con tutte le posizioni aperte clicca qui
Il libro di Giuseppe Tanzella-Nitti, Scientific Perspectives in Fundamental Theology. Understanding Christian Faith in the Age of Scientific Reason, è stato pubblicato da Claremont Press, California. Il volume contiene una selezione di capitoli originariamente apparsi in ligua italiana nell'opera in 4 volumi Teologia Fondamentale in Contesto Scientifico (Città Nuova, Roma 2015-2022), adattati per un pubblico di lingua inglese.
pp. 485, $ 19.99
ISBN 978-1946230-55-3
Il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina è stato assegnato (per intero) a Svante Pääbo, genetista svedese Direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, a Lipsia, in Germania.
La motivazione del prestigioso riconoscimento recita: “per le sue scoperte a proposito dei genomi di ominidi estinti e dell’evoluzione umana”. Pääbo è noto, non solo nella comunità scientifica di appartenenza, per aver sequenziato il genoma dell’uomo di Neanderthal, per aver scoperto una specie di ominidi, oggi nota come Homo di Denisova, studiando il DNA mitocondriale di un frammento di osso di dito ritrovato presso Monti Altaj in Siberia, e per aver mostrato come nel genoma degli attuali H. sapiens (la nostra specie) euro-asiatici si trovino porzioni di DNA neandertalense e denisoviano.
Di fatto, con questi suoi studi, Svante Pääbo ha fondato una nuova disciplina scientifica, detta “paleogenomica”, in grado di recuperare, sequenziare e studiare il DNA di specie estinte a partire da reperti paleontologici. Come si legge nel comunicato stampa per il conferimento: “Attraverso la sua ricerca pionieristica, Svante Paabo ha realizzato qualcosa di apparentemente impossibile: sequenziare il genoma del Neanderthal, un parente estinto degli esseri umani di oggi”.
Il neolaureato premio Nobel per la Medicina 2022 ha rilasciato un’intervista telefonica dalla quale traspare la dedizione alla ricerca e la sensibilità per le implicazioni ampiamente antropologiche e interdisciplinari dei suoi studi specialistici.
L’ing. Giuseppe Locati ci ha lasciato venerdi scorso, 26 agosto 2022, a Monza, sua città natale, all’età di 83 anni. Imprenditore, artista, pensatore, apprezzava da anni le attività del Centro di ricerca DISF e quelle della SISRI, sostenendole. La sua è stata un’attività per molti versi unica. Non è facile trovare un noto imprenditore che, al tempo stesso, sia forse ancor più noto per le sue opere artistiche e conosciuto anche per i suoi libri di filosofia. Attività apparentemente diverse fra loro, ma legate da una visione e unitaria della realtà e della vita, frutto di un pensiero costruito negli anni, con pazienza e con passione. Per l’ing. Locati la realtà era un’unità a molti livelli: non solo materia da modellare in officina perché venisse trasformata in strumenti utili alla vita, ma anche materia da pensare e da meditare, perché luogo dove abita lo spirito, che sprigionava significati sempre nuovi. Erano quei significati che egli cercava di esprimere attraverso le sue opere, con le quali si sforzava di rappresentare le regole del nostro linguaggio e del nostro pensiero. Un uomo appassionato all’unità del sapere, per il quale cultura umanistica e cultura scientifica non erano parti divise di un sapere frammentato, ma aspetti di un’unica comprensione della realtà. Cercava modi per far dialogare fra loro pensiero scientifico e filosofia, ma si dirigeva volentieri anche alla teologia, perché persuaso che le risposte ultime e più profonde della realtà potevano giungere solo considerandola opera di un Creatore.
Conobbi Giuseppe Locati nel 2008, in occasione di un concorso per giovani laureati da lui promosso in collaborazione con i Lions di Monza, allo scopo di stimolare la riflessione sulle grandi domande filosofiche. Scoprimmo subito un intento comune, una passione che adesso ci legava: fornire gli strumenti perché le nuove generazioni non cadessero negli errori del riduzionismo e nel pragmatismo, ma coltivassero una “ragione aperta”, disposta ad andare in profondità, evitando superficialità e pressapochismo. Il “Premio Locati” ebbe diverse edizioni, tutte di grande livello, a varie delle quali fui invitato a prendere parte come membro della Giuria. Nacque così una collaborazione culturale che vide Locati partecipare a Roma ai workshop della SISRI (Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare) e a sostenere il lavoro che svolgevamo. I giovani restavano ammirati dagli ampi interessi di questo imprenditore brianzolo che maneggiava gli attrezzi dell’officina meccanica e quelli dell’artista con la medesima delicatezza, perché mosso dalla medesima ispirazione. Commentando una delle sue opere, il “Quasi-cubo” (1992), mi diceva: “Vede, da lontano sembra un cubo, razionale, squadrato; da vicino, invece, lo si scopre smussato, di strati e colori diversi, complesso. Così è la realtà. Non è mai chiusa in una fredda razionalità. È ricchissima e poliedrica, ma occorre imparare ad osservarla”.
Oltre alla squisita ospitalità nella loro casa a Monza, accanto alla moglie Elisabetta Galimberti, di Giuseppe Locati ricordo l’ottimismo e l’amore per la riflessione, per la meditazione silenziosa. Una consuetudine a prima vista distante dalle esigenze della vita contemporanea, scandita dai ritmi della produzione e dell’efficienza. Locati amava meditare, passeggiare in silenzio, pregare. La sua fede in Dio creatore era il filo conduttore che univa ispirazione artistica, passione per il lavoro, vita di studio e ricerca intellettuale. Il lavoro, tecnica e arte, era per lui il modo con cui partecipare all’attività creatrice di Dio.
L’ing. Locati ci lascia un esempio straordinario, che ci proponiamo di tener vivo nel tempo, insieme al suo ricordo. Mi piace pensare che la sua ricerca dell’unità, dell’unificazione del molteplice nel semplice, sia stata adesso finalmente soddisfatta dalla contemplazione “dell’Amor che muove il sole e l’altre stelle”, contemplazione con cui Dante Alighieri conclude il suo pellegrinaggio nellaCommedia, speranza di ogni credente nel Risorto.
Giuseppe Tanzella-Nitti
Dal 30 giugno al 3 luglio 2022 si è svolta la sesta edizione del Festival dello Spazio di Busalla (Genova), nella cui cornice si è svolto il concorso a premi per giovani ricercatori, promosso in collaborazione con la Scuola SISRI. Il tema di questa seconda edizione del premio era Itinerari Spaziali, aspetti scientifici, psicologici e culturali delle missioni umane nello Spazio extraterrestre. La mattina di domenica 3 luglio, alle 11, si è avolta la presentazione dei tre elaborati finalisti e la proclamazione del vincitore.
Per saperne di più visita la pagina della Scuola SISRI
In occasione della sesta edizione del Festival dello Spazio di Busalla si indice un concorso a premi per un elaborato con la finalità di coinvolgere giovani impegnati negli studi universitari e nella ricerca che desiderano contestualizzare i loro studi o la loro attività professionale in un più ampio quadro interdisciplinare, attento ai fondamenti umanistici, economici e sociali delle scienze spaziali.
Il Premio è progettato in collaborazione tra l'Associazione Festival dello Spazio di Busalla e la Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI) di Roma ed è patrocinato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall'Università di Genova.
L’elaborato vincitore sarà presentato dal suo autore al Festival dello Spazio 2022, in programma dal 30 giugno al 4 luglio, e sarà pubblicato nella documentazione elettronica e cartacea del Festival.
Il tema del concorso di quest'anno è "Itinerari Spaziali - Aspetti scientifici, psicologici e culturali delle missioni umane nello Spazio extraterrestre". Il concorso è aperto a giovani di nazionalità Europea (stati membri UE ed ESA), di età non superiore ai 35 anni alla data del presente bando, in possesso di un diploma di livello universitario (almeno laurea triennale). L'elaborato dovrà essere inviato entro e non oltre il 29 maggio alla casella mail concorso@festivaldellospazio.com specificando nell’oggetto dell’eventuale email “Concorso Festival dello Spazio 2022- Nome Cognome.
Il Premio per il vincitore consiste in un assegno di 1000,00 euro. Per gli altri due finalisti il premio consiste in un assegno di 250 euro per ciascuno. La proclamazione del vincitore/vincitrice avverrà in occasione del Festival 2022. A tutti e tre sarà data tempestiva comunicazione dell’esito affinché partecipino al Festival dello Spazio 2022 e presentino in pubblico il loro elaborato. Le spese di viaggio dei tre finalisti e la loro accoglienza a Busalla saranno a carico dell’Associazione Festival dello Spazio, ente organizzatore del Festival.
N.B.: la scadenza del concorso è stata posticipata dal 15 maggio (come indicata nel bando), al 29 maggio
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L’Istituto di Scienze Umane ed Esistenziali (ISUE), con l’Università di Colonia, Facoltà di Matematiche e Scienze Naturali, e con il patrocinio dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, annuncia la seconda edizione del premio in memoria di Federico Tonielli, un eclettico dottorando in fisica teorica, scomparso precocemente; la famiglia Tonielli-Ruberti è promotrice del premio.
I primi in realtà sono due borse di studio di euro 1500,00 ciascuna, la prima messo in palio dall’Università di Colonia e rivolta ai dottorandi tedeschi in fisica teorica; la seconda, assegnata dall’ISUE e dalla famiglia aperta ai dottorandi italiani in Storia della Fisica, Storia della Scienza, Filosofia della Scienza, Filosofia della Fisica.
I due premi saranno consegnati in una cerimonia on-line tra i due paesi che quest’anno si svolgerà sabato 4 giugno, probabilmente dalle sedi dell’Università di Colonia e della Scuola Normale di Pisa.
La cerimonia di premiazione sarà preceduta da un workshop aperto alle relazioni di giovani dottorati nelle discipline premiate.
Il Centro Universitario Cattolico (CUC) mira ad aiutare giovani laici aspiranti alla carriera universitaria nel conseguimento della necessaria preparazione scientifica, onde assicurare presso le Università italiane la presenza di docenti che testimonino i valori evangelici nella vita e nell’insegnamento. A tale scopo mette a disposizione per l’anno 2022-2023 n. 16 borse di studio. L’importo di ciascuna borsa è di € 6.000 annui, al lordo delle imposizioni fiscali previste dalla legge.
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Il premio Templeton 2022 è stato assegnato oggi a Frank Wilczek, già vincitore del premio Nobel nel 2004, il cui lavoro ha ampliato i confini della nostra conoscenza delle leggi fondamentali dell'Universo. Wilczek, di padre polacco e madre italiana, è nato a New York nel 1951.
Tra i risultati più importanti del suo lavoro vi sono l'aver elaborato una descrizione teorica di una delle quattro forze fondamentali della natura e aver proposto una spiegazione della materia oscura. Si tratta inoltre di un intellettuale pubblico, e in quanto tale ha tenuto spesso conferenze e pubblicato numerosi scritti, in cui ha messo in luce le implicazioni filosofiche delle sue idee. La sua visione dell'Universo è quella di un cosmo che incarna la bellezza matematica sia nel magnificamente grande che nell'inimmaginabilmente piccolo.
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L'obiettivo è comunicare e capire il web, l’intelligenza artificiale, il mondo e le sue trasformazioni”. Per questo nasce a Udine una nuova laurea triennale in “Filosofia e trasformazione digitale”. Il digitale sta trasformando tutto. Abbiamo scoperto lo smartworking. Organizziamo le vacanze con le app. Leggiamo le notizie su Internet. Vediamo film in streaming. Acquistiamo online. Facciamo jogging con lo smartphone al braccio. Sosteniamo referendum con la firma digitale. In tanti si chiedono che ne sarà di vecchie professioni, di giornali, sportelli bancari, negozi, cinema, uffici, agenzie di viaggio, partiti.
Di certo, per un mondo che tramonta, ce n'è uno che sta emergendo con forza. Ma per capirne le complessità, per coglierne sia i rischi sia le opportunità è strategico superare un'ottica meramente tecnica, che si focalizza su problemi contingenti e specifici, adottando una prospettiva filosofica: critica, globale, autenticamente innovativa. Approfondendo, attraverso la lente della filosofia, le implicazioni etiche, comunicative, giuridiche, ambientali, economiche, politiche e scientifiche di questo cambiamento epocale, il Corso di Laurea in “Filosofia e Trasformazione Digitale” intende fornire gli strumenti necessari per affrontare le sfide più impegnative del mondo contemporaneo.
L’incontro di presentazione del nuovo corso di laurea, in programma per il 30 aprile, si terrà in aula M3, Strassoldo, Via Tomadini, 30/A. Interverranno Silvia Capodivacca, Roberto Siagri, Alberto F. De Toni e Silvano Tagliagambe. Modera Luca Taddio. L’incontro è dedicato alle scuole del Friuli Venezia Giulia in particolare alle classi V ma è aperto a tutti gli interessati. Il numero massimo dei posti è 350. Per prenotare inviare una mail a silvia.capodivacca@uniud.it
La Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare, promossa dal Centro di ricerca DISF, “Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede”, eretto presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, bandisce in favore dei suoi iscritti un concorso per l’assegnazione di un premio speciale di € 1.000 (mille Euro) al miglior elaborato interdisciplinare pervenuto, presentato sotto forma di un articolo scritto, in lingua italiana o inglese. L’elaborato presentato dovrà vertere su un contenuto collegato con il tema dell’XIII Workshop “Antropocene: l’era dell’umano. L’attività umana nella storia naturale”, che si terrà a Roma nei giorni 21-22 maggio 2022.
L’elaborato dovrà avere un contenuto originale, non pubblicato, ed essere redatto in sintonia con lo stile e la profondità richiesti ad articoli di ricerca (anche se presentato nella forma di un lavoro compilativo) e pertanto corredato dal consueto apparato critico e documentale. Gli elaborati dovranno essere sottoposti entro e non oltre il giorno lunedì 11 aprile 2022 alla Commissione esaminatrice.
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