Archivio segnalazioni e notizie

16 Novembre 2020
La scienza ha “più che mai un ruolo fondamentale nella sopravvivenza dell’umanità”. È questo l’incipit della dichiarazione finale redatta al termine della sessione plenaria dell’Accademia Pontificia per le Scienze (clicca qui per leggere il documento finale completo), alla quale, lo scorso ottobre, aveva mandato un messaggio anche Papa Francesco ribadendo la richiesta alle autorità a trovare “soluzioni eque” che accompagnino il cammino di uscita dalla crisi legata al Covid-19.
 
Il documento dell’Accademia si suddivide in 20 punti, in cui si affronta il tema della pandemia e delle sue ripercussioni sulla vita, sottolineando il “forte impatto sulle decisioni politiche a livello mondiale” da parte delle prove scientifiche.
 
“La pandemia di Covid-19 ha portato a un’inversione del rapporto tra scienza e politica“, si legge nel testo che al punto numero 5 sostiene che il virus “ha cambiato il mondo”. “Durante una pandemia – si legge ancora – la ricerca deve andare di pari passo con i provvedimenti politici. Infatti, un’importante area di ricerca si basa sull’apprendere, da quei Paesi che stanno affrontando meglio la pandemia, risposte valide in ambito politico, sanitario, scientifico e sociale”.
   
Sui vaccini, l’Accademia ha ricalcato il messaggio dello stesso Pontefice, ribadendo che “non basta sviluppare un vaccino, ma va anche prodotto e condiviso in maniera equa”. “Per affrontare la crisi del Covid-19 – continua poi l’Accademia – è necessaria la collaborazione di varie discipline scientifiche con le scienze mediche“, con un ruolo determinante che può essere rivestito dall’intelligenza artificiale.
 
Nel capitolo dedicato alle “implicazioni etiche e sociopolitiche”, si evidenzia come la pandemia abbia avuto un “impatto negativo soprattutto sui meno abbienti”.
 
“L’istruzione – si legge inoltre nel documento – ha preso una svolta molto preoccupante a causa della pandemia“. “Per i bambini di alcuni Paesi – è scritto -, la didattica a distanza non è un’opzione, semplicemente perché non hanno internet a casa. La connettività in queste circostanze dovrebbe essere considerata un diritto umano dato che, a causa di questo divario educativo, la disuguaglianza sociale aumenterà”.
   
In conclusione, “una lezione che la pandemia ci insegna è che – senza solidarietà – libertà e uguaglianza sono solo parole vuote“, come ha spiegato più volte papa Francesco. “Problemi globali come le pandemie, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità – conclude il testo – richiedono una collaborazione a livello mondiale“.

 


 

18 Ottobre 2020
Al via la seconda edizione del "Premio Udine Filosofia 2020", riconoscimento ideato nell'ambito del settimo Festival Mimesis, in sinergia con l'Associazione Culturale Territori delle Idee, e sostenuto dalla casa editrice Mimesis. Possono partecipare tutti i giovani che non hanno ancora compiuto 35 anni che hanno redatto un saggio di filosofia inedito.
 
L'elaborato dovrà pervenire in formato pdf, assieme al proprio curriculum vitae, entro e non oltre il 18 ottobre 2020 all'indirizzo email premiomimesis@mimesisedizioni.it.
 
Per partecipare è necessario versare una quota di partecipazione di 50 euro, somma che è possibile pagare tramite PayPal (inserendo l’indirizzo mail: ordini@mimesisedizioni.it), o tramite accredito bancario
c/c intestato a MIM EDIZIONI srl – Via Monfalcone, 17/19
20099 Sesto San Giovanni
presso
CASSA DI RISPARMIO DI ASTI – Ag.di Sesto San Giovanni
IBAN IT 94 T 06085 20700 000000020093
BIC SWIFT: CASRIT 22
Causale: Quota di partecipazione Premio Opera Festival Mimesis
 
Per partecipare al premio è necessario anche inviare una mail di conferma all'indirizzo email ordini@mimesisedizioni.it con: Nome, Cognome e Titolo dell’opera. In palio la pubblicazione pubblicazione dell’opera con Mimesis Edizioni.
 
Nel corso del festival la Commissione premierà anche un volto della filosofia nazionale e internazionale e sceglierà il miglior libro di filosofia pubblicato nel periodo 2019-2020.

 

Scadenza: Il termine ultimo per la presentazione degli elaborati è fissato al 18 ottobre 2020.

 

Informazioni

http://mimesisfestival.it/

 


 

9 Ottobre
Papa Francesco ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il Prof. Stefano Piccolo, Professore di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Padova (Italia).
 
Il Prof. Stefano Piccolo è nato a Padova il 19 maggio 1967. Ha conseguito la Laurea in Scienze Biologiche (1991) e il Dottorato di ricerca (1995) presso l’Università degli Studi di Padova. Dopo un periodo di ricerca post-dottorale presso l’Howard Hughes Medical Institute a Los Angeles (Stati Uniti d’America), nel 1998 è rientrato all’Università di Padova come ricercatore dove, dal 2003, ricopre la cattedra di Biologia Molecolare. Inoltre è Principal Investigator dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM).
 
Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Swiss Bridge Award (2005); il Premio Chiara D’Onofrio (2007); il Debiopharm Group Life Sciences Award (2011); il Premio Prof. Luigi Tartufari e quello Guido Venosta (2012). Viene associato all’Accademia dei Lincei nel 2014. Ha pubblicato numerose ricerche scientifiche, con particolare attenzione al comportamento molecolare nei meccanismi delle malattie tumorali e dell’invecchiamento.

 


 

7 Ottobre

"Lo scoppio della pandemia, nel più ampio contesto del riscaldamento globale, la crisi ecologica e la drammatica perdita di biodiversità, rappresenta un appello alla nostra famiglia umana a ripensare il proprio corso, a pentirsi e ad intraprendere una conversione ecologica".
   
Un nuovo accorato appello per il disarmo e per lo stop allo sviluppo di armi biologiche arriva da Papa Francesco, che chiama in causa anche gli scienziati. Un appello, quello del Pontefice argentino, scritto nel messaggio inviato alla Pontificia Accademia delle Scienze, riunita in Vaticano per l'assemblea plenaria.
 
Il Santo Padre invita a riflettere sui rischi legati alla sopravvivenza dell’umanità senza un cambio di rotta: "Per quanto grande possa essere la responsabilità dei politici, essa non esime gli scienziati dal riconoscere le proprie responsabilità etiche nello sforzo di fermare non solo la produzione, il possesso e l’uso di armi nucleari, ma anche lo sviluppo di armi biologiche, con il loro potenziale di devastare civili innocenti e addirittura interi popoli".
   
Poi un rimprovero: "La pandemia ha portato alla luce non solo le nostre false sicurezze, ma anche l’incapacità dei paesi del mondo di lavorare insieme". "Nonostante tutta la nostra iperconnettività - osserva Bergoglio - abbiamo assistito a una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci riguardano tutti. E significativo, quindi, che questa Sessione Plenaria virtuale dell’Accademia riunisca un certo numero di diverse discipline scientifiche; in questo senso, offre un esempio di come le sfide della crisi Covid-19 dovrebbero essere affrontate attraverso sforzi coordinati al servizio dell’intera famiglia umana".

Clicca qui per leggere il messaggio di Papa Francesco ai partecipanti all'Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze

 


 

29 settembre
Papa Francesco ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze la Prof.ssa Fabiola Gianotti, Direttrice Generale del Conseil européen pour la recherche nucléaire (CERN) a Ginevra (Svizzera). Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede, nel bollettino odierno.
 
La Prof.ssa Fabiola Gianotti è nata a Roma il 29 ottobre 1960. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in fisica sperimentale delle particelle presso l'Università di Milano nel 1989. Dal 1994 è ricercatrice presso il Conseil européen pour la recherche nucléaire (CERN). Nel luglio 2012, durante il seminario che ha ufficializzato la scoperta del bosone di Higgs, ha presentato i risultati della ricerca.
 
Dal 2016 ricopre la carica di Direttrice Generale del CERN, diventando così la prima donna ad assumere questo ruolo. È stata Membro di numerosi Comitati scientifici internazionali e del Comitato consultivo del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Ha ricevuto diversi dottorati honoris causa e premi internazionali. È Socio corrispondente di molte Accademie e autore o co-autore di un importante numero di pubblicazioni scientifiche.

 


 

26 settembre 2020

La comunità scientifica internazionale ha perso uno dei suoi esponenti più intelligenti e culturalmente più impegnati. John David Barrow è morto prematuramente, all’età di 67 anni nella sua casa di Cambridge, per un tumore. Chi vi scrive lo ha appreso con profonda commozione, avendolo conosciuto personalmente e coinciso con lui in diverse occasioni, e non esita ad affermare che si tratta della perdita di un autore davvero straordinario. È difficile trovare fra i contemporanei un uomo di scienza dagli interessi così ampi, capace di far emergere e affrontare le maggiori domande filosofiche legate alla cosmologia, all’astrofisica, alla matematica. Creativo al punto di ideare rappresentazioni teatrali e mostre sull’Infinito, controcorrente fino a proporre una visione della scienza che tornava finalmente a dialogare con l’arte, con l’antropologia, con la filosofia e con le grandi domande dell’esistenza. In un articolo raccolto da Repubblica alcuni anni fa non temette di spiegare come la fisica poteva benissimo convivere con la sua fede. Nel discorso pronunciato nel 2006 in occasione del conferimento del Templeton Prize non esitò a paragonare la bellezza del nostro universo a quella di una Basilica cristiana.

Se n’è andato in punta di piedi. Uomo discreto e geniale, capace di mantenere per ore l’attenzione di platee numerose senza mai annoiare. Basterebbe rileggere i titoli di alcuni dei suoi più famosi libri di alta divulgazione per cogliere la profondità delle questioni con cui amava confrontarsi e l’intelligenza con cui sapeva far dialogare fra loro diverse branche del sapere: Il mondo dentro il mondo (Adelphi, 1991); Teorie del tutto (Adelphi, 1992); Perché il mondo è matematico? (Laterza, 1992); L'universo come opera d'arte (Rizzoli, 1997); Impossibilità. limiti della scienza e la scienza dei limiti (Rizzoli, 1998); Dall'io al cosmo. Scienza, arte, filosofia (Raffaello Cortina, 2000); Da zero a infinito, la grande storia del nulla (Mondadori, 2002); I numeri dell'universo (Mondadori, 2003); L'infinito (Mondadori, 2005); Le immagini della scienza. Cinquemila anni di scoperte: una storia visiva (Mondadori, 2009); 100 cose essenziali che non sapevate di non sapere (Mondadori, 2011); Il libro degli universi (Mondadori, 2012).

Particolarmente influente era stato il suo Il Principio Cosmologico Antropico, scritto a 4 mani con Frank Tipler nel 1986 prima che quest’ultimo si spostasse su posizioni eclettiche e bizzarre, tradotto in italiano da Adelphi nel 2002. Barrow ebbe il merito di riunire tutti i risultati e le suggestioni che a partire dalle prime intuizioni di Dirac degli anni 30’ del secolo scorso fino a Bradon Carter e Martin Rees nei decenni passati, sottolineavano la inusuale e accurata sintonia (fine tuning) delle costanti di natura, quasi “scelte” in modo opportuno per dare origine ad ambienti adatti ad ospitare la vita. Un’osservazione esposta con rigore, che separava con intelligenza quanto apparteneva al “Principio antropico debole”, basato su dati scientifici, da quanto apparteneva invece a speculazioni filosofiche, fuori della portata della scienza, da Barrow e Tipler denominate “Principio antropico forte”.

Le biografie e i necrologi battuti in queste ore dalle più note agenzie elencano i premi ricevuti, i numerosi riconoscimenti, i ruoli internazionali ricoperti. Fra questi il Premio Templeton, che Barrow aveva vinto nel 2006 e il Premio Faraday della Royal Society nel 2008, la nomina a membro della Pontificia Accademia delle Scienze nel febbraio del 2020. Invitiamo i nostri lettori a prendere visione del necrologio preparato dalla Fondazione Templeton. John Barrow lascia un grande vuoto. Ma anche una grande eredità. Seguendo il suo esempio, ricercatori profondi e rigorosi si sentiranno più incoraggiati a porre la cosmologia in dialogo con le domande ultime, quelle che aprono anche verso il Fondamento e il senso del tutto, senza temere di uscire dal seminato o di essere giudicati come metafisici improvvisati. John ha mostrato queste aperture con rigore, con intelligenza, con senso estetico. Gliene siamo grati e faremo tesoro delle sue lezioni che, certamente, ci mancheranno.

Giuseppe Tanzella-Nitti

 

© 2020 Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede

 


 

25 settembre
Papa Francesco ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il professor Jürgen Knoblich, Direttore scientifico dell’Institute of Molecular Biotechnology (IMBA) a Vienna (Austria). Lo rende noto il bollettino quotidiano diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede.
 
Il prof. Jürgen Knoblich è nato il 24 ottobre 1963 a Memmingen (Germania). Ha studiato Biochimica presso l’Università di Tubinga e Biologia molecolare all’University College London. Ha  conseguito il Dottorato di Ricerca presso il Max Plank Institute for Developmental Biology a Tubinga.
 
Ha lavorato presso vari Istituti di ricerca, concentrando la propria attenzione sui meccanismi  molecolari dello sviluppo del cervello umano e su alcune malattie connesse. Dal 2018 è Direttore  scientifico dell’Institute of Molecular Biotechnology (IMBA) dell’Accademia Austriaca delle  Scienze. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in campo scientifico.

 


 

22 Settembre
L’eutanasia “è un crimine contro la vita umana perché, con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente”, “è un atto intrinsecamente malvagio, in qualsiasi occasione o circostanza”, “un atto omicida che nessun fine può legittimare e che non tollera alcuna forma di complicità o collaborazione, attiva o passiva”, “un peccato grave contro la vita umana: nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo”.
   
La Congregazion per la Dottrina della Fede ribadisce il “no” all’eutanasia e lo fa tramite il nuovo documento “Samaritanus bonus” (clicca qui per leggere il documento), sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Il documento, approvato da Papa Francesco lo scorso giugno, condanna ogni forma di eutanasia e di suicidio assistito.
 
Diverse le tematiche toccate da Samaritanus bonus: viene ribadito il "no" all'accanimento terapeutico e l'importanza dell'obiezione di coscienza. Ampio spazio viene dedicato alle cure palliative all'assistenza pastorale alle persone in stato vegetativo. Un intero paragrafo è poi incentrato all’accompagnamento e la cura in età prenatale e pediatrica
   
Nel testo si affronta anche la questione della somministrazione dei sacramenti a una persona che ha chiesto di morire. Essa potrà ricevere i sacramenti “nel momento in cui la sua disposizione a compiere dei passi concreti permetta al ministro di concludere che il penitente ha modificato la sua decisione. Ciò comporta anche che una persona che si sia registrata in un’associazione per ricevere l’eutanasia o il suicidio assistito debba mostrare il proposito di annullare tale iscrizione, prima di ricevere i sacramenti”.

 


 

2 Settembre 2020

Il 2 settembre sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, inaugurerà l’EuroScience Open Forum (ESOF) 2020. ESOF, il più importante forum scientifico europeo ed internazionale, va in scena ogni due anni in una diversa città europea e nel 2020 si svolgerà a Trieste dal 2 al 6 settembre.

 

Grazie a questo importante evento Trieste diventerà la capitale europea della scienza e oltre 150 fra eventi, conferenze e mostre offriranno occasione di dialogo fra scienza, tecnologia, società e politica. Centrali all’evento saranno i temi della sostenibilità, dell’ambiente e della salute pubblica.

 

È di particolare rilievo, visti i temi trattati e soprattutto vista l’attuale pandemia di Covid-19, che ad inaugurare la prestigiosa assise sia la conferenza del cardinale Parolin – un intervento che porterà all’attenzione di scienziati di tutto il mondo l’alto magistero di Papa Francesco, nel quinto anniversario della Laudato si’, l’enciclica sulla cura della casa comune.

 

“Avere a Trieste in occasione di Euroscience Open Forum il Sig. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, è un grande onore e motivo di profonda gratitudine, perché significa avere qui proprio il braccio destro del Santo Padre Francesco. Il Segretario di Stato è, infatti, il primo collaboratore del Papa. Come scrissi nel mio messaggio alla città per la presenza di ESOF a Trieste, la Diocesi ha accolto con gioia il prestigioso riconoscimento internazionale: Trieste e la scienza vanno a braccetto, vista la grande presenza di centri di ricerca di altissimo livello. Stimolata da questo dato, la Chiesa diocesana ha attivato da alcuni anni un 'Laboratorio fede e scienza'. E’ stata una richiesta del Sinodo Diocesano che ho incentivato con convinzione e determinazione. Inoltre, grazie ad un significativo contributo della Regione, sta nascendo proprio nella nostra città un “Istituto di ricerca su etica, scienza e teologia in contesto ecumenico”, il commento di mons. Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste..

 

"ESOF vuol far dialogare scienza, tecnologia, società e politica. Mi sembra, quindi, particolarmente significativo che ad aprire l'Euroscience Open Forum sia il Cardinale Parolin con un intervento non meramente tecnico, bensì capace di tracciare orizzonti, a stimolare scelte veramente etiche, a rimettere al centro l'uomo nella sua integralità quale finalità propria di ogni ricerca. Perché, come scrisse San Paolo VI, scienza e tecnologia debbono portare ad uno sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, uno sviluppo umano integrale, sussidiato da una cultura della cura, come afferma Papa Francesco, capace di delineare i profili e gli orizzonti umanistici della ricerca scientifica e tecnologica. L’ESOF triestino vuol quindi segnare il passo, anche per un dialogo effettivo ed efficace tra fede e scienza", conclude il presule.

 

Per tutte le info sul Esof2020 clicca qui

 


 

10 Luglio 2020
   
Il Santo Padre ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali il prof. Mario Draghi, già Presidente della Banca Centrale Europea (Italia). È quanto si legge in una nota diffusa dalla Santa Sede.
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Assieme a lui, papa Francesco ha nominato membri ordinari anche due sociologi, Pedro Morandé Court, Professore Emerito di Sociologia presso la Pontificia Università Cattolica del Cile e Kokunre Adetokunbo Agbontaen Eghafona, Professoressa di Sociologia e Antropologia presso l'Università di Benin (Nigeria).
 

 


 

20 maggio 2020

Il 20 maggio 2020 è stato annunciato il vincitore del Templeton Prize 2020: il prestigioso premio è stato assegnato a Francis Collins. Genetista e medico, Collins è direttore del National Institutes of Health, che ha guidato il progetto Human Genome Project fino al suo completamento con successo nel 2003, direttore della prestigiosa Fondazione Biologos.

Con il suo lavoro scientifico, le sue conferenze e pubblicazioni divulgative, incluso il suo best seller del 2006, The Language of God, Collins ha dimostrato come la fede religiosa possa motivare e ispirare una rigorosa ricerca scientifica. "Questo libro sostiene che credere in Dio può essere una scelta del tutto razionale", scrive nell'introduzione, "e che i principi della fede sono, in effetti, complementari ai principi della scienza". Nel libro, si sforza di incoraggiare le comunità religiose ad abbracciare le ultime scoperte della genetica e delle scienze biomediche come intuizioni per arricchire e ampliare la loro fede. (Leggi la nostra recensione).

Il Templeton Prize, valutato a 1,1 milioni di sterline inglesi, è uno dei più grandi premi individuali annuali al mondo e onora le persone i cui risultati esemplari avanzano la visione filantropica di Sir John Templeton: sfruttare il potere delle scienze per esplorare le domande di senso dell'universo e e dell'umanità. Collins si unisce a un elenco di 50 vincitori del premio tra cui Madre Teresa (il premio inaugurale nel 1973), il Dalai Lama (2012) e l'arcivescovo Desmond Tutu (2013). Il Premio Templeton dell'anno scorso è andato al fisico teorico Marcelo Gleiser per i suoi scritti che presentano scienza, filosofia e spiritualità come espressioni complementari del bisogno dell'umanità di abbracciare il mistero e l'ignoto. Altri scienziati che hanno vinto il premio includono Martin Rees (2011), John Barrow (2006), George Ellis (2004), il defunto Freeman Dyson (2000) e Paul Davies (1995).

Francis Collins riceverà ufficialmente il Premio Templeton in una cerimonia virtuale entro la fine dell'anno.

 


 

20 maggio 2020

Il Centro Universitario Cattolico (CUC) mette a disposizione per l’anno 2020-2021 n. 16 borse di studio. L’importo di ciascuna borsa è di € 6.000 annui, al lordo delle imposizioni fiscali previste dalla legge.

La borsa di studio viene assegnata su progetto triennale ed è sottoposta a verifica annuale da parte del Comitato Docenti, che può proporne la revoca al Presidente. A conclusione della ricerca, il borsista dovrà produrre un sintetico articolo scientifico o una breve monografia, rispetto a cui il CUC non assume alcun impegno di pubblicazione.

Possono presentare domanda tutti i laici (con esclusione di candidati agli ordini sacri, novizi e membri di Istituti di vita consacrata):

a) in possesso di un diploma di laurea di secondo livello (o quadriennale/quinquennale del vecchio ordinamento), conseguito presso una Università italiana entro il 31 dicembre 2019 e con valutazione non inferiore a 105/110;

b) residenti in Italia;

c) nati dopo il 31 dicembre 1987;

d) il cui reddito personale complessivo lordo – incluse le somme a qualsiasi titolo percepite, anche se esenti da imposizione fiscale – previsto per l’anno 2020 non superi la somma di € 20.000 (il candidato è tenuto a comunicare tempestivamente ogni variazione del reddito presunto, pena l’esclusione dal concorso).

Il candidato potrà inviare un messaggio e-mail alla casella di posta cuc@chiesacattolica.it, dichiarando la propria volontà di partecipare alla selezione per il bando CUC 2020-21. La segreteria del CUC invierà le credenziali per l’iscrizione al portale del concorso. Il portale è l’unico canale abilitato alla partecipazione al concorso: eventuali domande in forma esclusivamente cartacea non verranno prese in considerazione. Tale richiesta potrà essere effettuata nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 18 maggio 2020.

 Il candidato dovrà presentare la seguente documentazione in formato elettronico, caricandola tramite il portale del concorso entro il 22 maggio 2020

Scarica il bando

 


 

31 maggio 2020

Segnaliamo la scadenza per partecipare al The Manfred Lautenschlaeger Award Award for Theological promise.

 Il premio Manfred Lautenschlaeger verrà assegnato a dieci studiosi. La celebrazione degli Awards avrà luogo all'Università di Heidelberg a maggio. I vincitori riceveranno un premio di € 3.000 ciascuno.

La scadenza per la presentazione della candidatura per il premio 2021 è il 31 maggio 2020.

Requisiti

Le domande devono essere basate sulla tesi di dottorato accettata o sul primo libro dopo la tesi e possono provenire da tutte le tradizioni religiose e da tutti i campi accademici.

I candidati non devono avere più di 35 anni.

Per la domanda, si devono inviare:

  • una copia della tesi o del primo libro pubblicato dopo la dissoluzione (nella lingua originale) e 5 copie ciascuno dei seguenti elementi (tutti in inglese, e per favore non pinzare): il modulo di domanda completo (http://www.uni-heidelberg.de/ md / fiit / application_form.pdf);
  • Una breve descrizione che descrive come la tesi o il libro affronti o si adatti al tema" Dio e spiritualità "(ampiamente inteso);
  • Una sintesi in inglese di quindici-venti pagine (inserire i numeri di pagina);
  • Un indice della pubblicazione (in inglese);
  • Due raccomandazioni dettagliate in inglese di professori ordinari basate sulla tesi di dottorato accettata o il primo lavoro post-dottorato pubblicato. Dovrebbero essere scritti su carta intestata ufficiale dell'università / college e firmati dal professore.

Possono essere prese in considerazione solo le domande complete (31 articoli in tutto).

Un comitato internazionale, interdisciplinare e multi-religioso di illustri studiosi valuta e classifica le domande.

 


 

11 Febbraio 2020

   

Il giorno 11 febbraio ci ha lasciato George Coyne, astronomo, direttore del Vatican Observatory dal 1978 al 2006. È morto a Syracuse, New York, per le conseguenze di un cancro contratto anni prima. L’Istituto di ricerca della Santa Sede, dalla storia lunga e prestigiosa, ha avuto in George Coyne un direttore intelligente e apprezzato, che ha saputo aprire le porte della Specola a ricercatori di tutto il mondo, facendone per molti anni uno dei centri più vivaci del dialogo fra scienza e religione. Altri organi di informazione offriranno biografie approfondite dello scienziato statunitense, nato a Baltimora il 19 gennaio del 1933. L’attuale direttore della Specola, Guy Consolmagno ha offerto un necrologio su Vatican News e sul sito ufficiale della Specola. Molti altri amici e conoscenti di George lo ricorderanno in questi giorni con riconoscenza e affetto.

George ha vissuto una stagione importante, in cui il ruolo del Vatican Observatory non è stato più solo quello di un Istituto di ricerca della Santa Sede, unicum nel suo genere, finalizzato a mostrare la presenza istituzionale della Chiesa cattolica nel mondo scientifico. George aveva dato alla Specola Vaticana una vesta innovativa e uno spazio internazionale, culturale e scientifico, nuovo. Coyne aveva promosso iniziative importanti, creato ponti, favorito l’incontro fra scienziati di diverse confessioni religiose, portando in tutto il mondo l’immagine della fiducia con cui la Chiesa cattolica accoglieva nel suo seno i risultati delle scienze e vi meditava sopra, traendone spunto per una maggiore intelligenza della fede. Nell’ufficio di George, una volta ubicato nel Palazzo Apostolico di Castelgandolfo, sono passati astronomi di fama internazionale. Sulla terrazza del suo studio, dal quale si accedeva direttamente dal suo ufficio, nelle giornate d’estate Giovanni Paolo II si sedeva a chiacchierare con studiosi e scienziati, poneva loro domande, ascoltava le loro risposte.

In quello studio e su quella terrazza anch’io ho avuto la fortuna di poter conversare tante volte con George a partire dal 1984, per tutti gli anni della sua permanenza a Roma. Quando, nel 1987, gli comunicai che avrei lasciato l’Osservatorio Astronomico di Torino per ordinarmi sacerdote e dedicarmi allo studio della teologia nel neonato Ateneo della Santa Croce a Roma, mi guardò con simpatia e mi disse: “Giuseppe, non lasciare lo studio dell’astronomia: il sacerdozio di Cristo è così grande che vi entra dentro tutto”. A prima vista quelle parole mi sembrarono distanti dai miei sentimenti e da ciò che mi preparavo a vivere. Poi, a distanza di pochi anni, mi accorsi che aveva ragione. Dopo la mia ordinazione sacerdotale, molti colleghi cominciarono inaspettatamente ad interpellarmi per seminari e convegni nei quali desideravano conoscere il punto di vista della teologia su importanti questioni interdisciplinari. Mi resi conto che vi era anche un modo accademico di promuovere gli studi di teologia e scienze e che quello poteva essere per me un bellissimo campo di ricerca, ma anche di evangelizzazione. Solo un anno dopo venne pubblicata la lettera che Giovanni Paolo II indirizzò a George Coyne proprio sui rapporti fra teologia e scienze, un documento che a distanza di oltre 30 anni continua ad essere di una straordinaria attualità.

Cominciarono gli anni dei Convegni Interdisciplinari promossi dal Vatican Observatory sull’importante tema Scientific Perspectives in Divine Action, protrattisi per circa 20 anni, ai quali presero parti teologi e scienziati di fama internazionale; ad essi presto si affiancarono i Simposi The Inspiration of Astrononical Phenomena, alla cui organizzazione potei prendere parte insieme a George e ad altri, che riunirono in molte sessioni astronomi, umanisti e artisti. Anni fecondi nei quali George, con la sua amicizia e la sua simpatia, fu capace di avviare rapporti prestigiosi e ricchi di contenuto, della cui eredità molti di noi stanno ancora giovandosi.

Molti analisti e commentatori ricorderanno George Coyne per la sua presenza nella Commissione, voluta da Giovanni Paolo II e presieduta dal card. Paul Poupard, che dal 1979 al 1992 si occupò di approfondire alcune questioni relative al “caso Galileo”, al suo impatto culturale e alle sue ripercussioni sul piano pastorale e della vita della Chiesa. George colse che il fine di questa Commissione non era tanto quello di chiarire questioni formali o disciplinari, risolte già secoli addietro, ma sanare una ferita di ordine culturale, che distanziava alcuni ambienti scientifici dalla Chiesa cattolica. Diede pertanto vita ad un’incessante serie di conferenze pubbliche e di eventi che portarono in tutto il mondo questa nuova sensibilità di Giovanni Paolo II e aiutarono molti a riscoprire le radici cristiane dell’interesse per la scienza e per lo studio della natura.

Durante le sue conferenze, quando gli capitava di mostrare al pubblico la fotografia della nebulosa NGC 7000, nella costellazione del Cigno, detta dagli astronomi “Nord America” per la sua forma che ricorda il profilo del continente americano, George indicava col puntatore laser la sua Baltimora, scherzando sul fatto che gli USA avevano un posto anche nel Cielo. Siamo certi che quel cielo, che da astronomo George ha studiato con passione, è oggi per lui, trasfigurato, il luogo della contemplazione senza tramonto.

Giuseppe Tanzella-Nitti

Guarda l'intervista a George Coyne girata dal DISF il 7 dicembre 2001

 

(c) 2020 Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede

 


 

15 dicembre 2019

Segnaliamo lo IAU (International Astronomical Union) PhD Prize, un premio di dottorato aperto a candidati provenienti da qualsiasi paese, indipendentemente dal fatto che il paese abbia un abbonamento nazionale IAU. L'obiettivo è riconoscere risultati scientifici eccezionali in astrofisica in tutto il mondo, anche in quella fase iniziale della carriera.

PhD Prize submission form: https://www.iau.org/submissions/phd-prize/

Tutte le informazioni: https://www.iau.org/science/grants_prizes/phd_prize/

Scadenza: 15 dicembre 2019

 


 

11 novembre 2019

Paolo Benanti (Docente di Morale e di Bioetica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni) e Roberto Battiston (Docente di Fisica Sperimentale all'Università di Trento) sono stati nominati Consultori del Pontificio Consiglio della Cultura. I due scienziati si aggiungono agli altri nove Consultori e undici membri nominati da Papa Francesco l’11 novembre. Paolo Benanti è noto per i suoi studi sull'etica della tecnologia e il rapporto fra uomo e tecnica, temi ai quali ha dedicato numrosi studi. Roberto Battiston, attivo nel campo dell'astrofisica, è stato per vari anni Presidente della Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il Pontificio Consiglio per la Cultura annovera fra i suoi consultori altri due scienziati di precedente nomina, Piero Benvenuti (Padova) e Bruno Coppi (MIT, Boston).

 


 

2019

A. Informazioni generali sulla Fondazione https://www.templeton.org/
La John Templeton Foundation nasce nel 1987 per volontà di sir John Templeton (1913-2008). Filantropo di confessione presbiteriana e noto investitore ed agente di borsa, John Templeton decise di investire il suo ingente patrimonio nella promozione di studi e ricerche sui rapporti fra religione e scienze, convinto dell’importanza che il dialogo fra gli studiosi di questi due ambiti della cultura e del pensiero umano avrebbe influito in modo determinante sul futuro e sulla pace nel mondo. Noto programma affiliato ai progetti della Fondazione è il Templeton Prize, premio monetario dell’ammontare di 1,100,000 sterline, conferito a persone che abbiano contribuito in maniera eccezionale all’affermazione della dimensione spirituale della vita (“imprenditori dello spirito”).


B. Le Funding Areas

Attualmente la Fondazione concentra il suo sostegno su progetti afferenti le seguenti Funding Areas:

Science & the Big Questions
(progetti innovativi che si concentrino sulle domande relative alle questioni fondamentali che da sempre l’umanità si pone: Perché siamo qui? Quali sono le strutture fondamentali della realtà? Cosa possiamo conoscere della natura e degli scopi divini? L’area comprende quattro sottosezioni: natural sciences, human sciences, philosophy & theology, public engagement)

Character Virtue Development
(programmi, pubblicazioni e studi sullo sviluppo educativo e caratteriale dell’individuo, con un focus su la morale, la performance, le virtù civiche e intellettuali quali l’umiltà, la gratitudine, la curiosità, la diligenza e l’onestà)

Individual Freedom & Free Markets
(programmi che intendano favorire il libero mercato e la libera iniziativa dei singoli e delle nazioni allo scopo di stabilire le condizioni necessarie per lo sviluppo dell’impresa - profit-making)

Exceptional Cognitive Talent and Genius
(progetti a sostegno di giovani che dimostrino un eccezionale talento per la matematica e le scienze, come la sponsorizzazione di tirocini accademici e competizioni per studenti meritevoli)

Genetics
(progetti finalizzati all’avanzamento della ricerca in ambito genetico, in particolare si supportano approcci innovativi e originali. Programmi educativi che accrescano la consapevolezza pubblica di quanto l’avanzamento della ricerca genetica abbia ripercussioni a livello individuale, familiare e sociale)

Voluntary Family Planning
(programmi a supporto della genitorialità e delle famiglie nel mondo).

C. Il processo delle richieste di finanziamento

La Fondazione fornisce 6 linee guida da valutare prima di avviare richiesta di finanziamento alla pagina https://www.templeton.org/grants/apply-for-grant. Sul sito è presente inoltre una utile sezione Grant FAQ.  

L’iter per le richieste segue un processo standard:

  • Le idee progettuali devono essere sottoposte tramite una Online Funding Inquiry (OFI). Le richieste sono suddivise in due tipologie: small or large requests. (La modulistica necessaria è disponibile online, dopo essersi registrati con le proprie credenziali. Non sono ammesse domande pervenute a mezzo posta o via e-mail). 
  • OFI Review process: A seguito dell’invio della domanda di finanziamento (OFI) la Fondazione sottoporrà il progetto ad un processo di valutazione (review);
  • FP (Full Proposal): Qualora, a seguito del processo di review, il progetto venisse approvato, la Fondazione inviterà a proporre una seconda redazione del progetto, in forma maggiormente dettagliata.
  • FP Review Process: Verifica da parte della Fondazione del Full Proposal
  • Grant Agreement: Assegnazione del finanziamento mediante accordo fra i responsabili del Progetto e la Fondazione;

D. Tempistica dei finanziamenti

La tempistica per la consegna delle richieste varia a seconda della tipologia di finanziamento richiesto:

 

SMALL REQUESTS (fino a $234.800)

 

2019 Cycle

 

OFI Deadline

16 Agosto 2019

OFI Decision

11 Ottobre 2019

FP Deadline

variabile

Funding Decision

variabile

   

LARGE REQUESTS (oltre $234.800)

 

2019 Cycle

 

OFI Deadline

16 Agosto 2019

OFI Decision

11 Settembre 2019

FP Deadline

17 Gennaio 2020

Funding Decision

5 Giugno 2020

 


 

13 ottobre 2019

Il prossimo 13 ottobre avrà luogo a Roma la canonizzazione di John Henry Newman (1801-1890). Il teologo di Oxford era stato beatificato da Benedetto XVI lo scorso 19 settembre 2010 a Birmingham, in occasione della sua visita nel Regno Unito. Ne ha dato notizia papa Francesco il 1 luglio 2019, nel corso di un Concistoro cardinalizio nel quale sono state annunciate anche le canonizzazioni di altri 4 beati.

John Henry Newman va senza dubbio considerato uno dei maggiori teologi dell’epoca moderna, ma anche storico, romanziere ed umanista. Fra i meriti di Newman, quello di aver cercato una sintesi fra la rivalutazione del soggetto, tipica dell’epoca moderna e a lui cara, e la riproposizione di una visione classica che privilegia il realismo e l’accesso ad una verità oggettiva. A ragione si potrebbe dire di lui che l’amore per la coscienza individuale e l’amore per la verità sono state le sue passioni dominanti.

Riproponiamo ai nostri lettori l’Editoriale preparato in occasione della sua beatificazione. Scrivevamo in quell’occasione: “La sua riflessione su Dio è stata capace di tenere insieme due poli oggi visti spesso (falsamente) in opposizione: un approccio a Dio come Verità e un approccio a Dio come amante innamorato della sua creatura. È questa una sintesi che ritroviamo in tutti i grandi autori, da Agostino ad Anselmo, da Tommaso d’Aquino a suor Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). La forza con cui egli seppe dirigere l’interlocutore verso il riconoscimento dell’Assoluto non era inferiore alla forza con cui lui stesso testimoniava il suo incontro vivo e accorato con il proprio Creatore: Myself and My Creator. La forza di questa percezione ancora oggi continua a scuotere le coscienze di tanti, perché percezione del nostro io, libero e creaturale, che si erge sulla storia evolutiva del cosmo e della vita, un io capace di restare sempre di fronte a quel Tu che ci sostiene”.

Insieme al cardinal Newman, il 13 ottobre saranno proclamate sante anche 4 beate: Giuseppina Vannini, religiosa italiana, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, religiosa indiana, Dulce Lopez Pontes, religiosa brasiliana, e Margarita Bays, laica svizzera.